Circa 10000 anni fa l’uomo smise di essere nomade per diventare stanziale, e da allora l’agricoltura si è evoluta grazie ai contadini che hanno selezionato, piantato e incrociato le sementi.
Facendo un balzo in avanti di diverse migliaia di anni, dobbiamo però tenere presente che in tempi recenti l’industria ha iniziato a spingere i governi a sostenere un sistema di monocolture, innescando un circolo vizioso: i piccoli contadini finiscono spesso legati per anni a contratti che impongono pesticidi e sementi geneticamente modificate (OGM) e le aziende usano brevetti e contratti per obbligarli ad abbandonare le pratiche tradizionali che permettevano di tramandare e innovare le sementi. Questo sta causando, a un ritmo vertiginoso, la perdita della biodiversità in questo campo: in Italia addirittura il 95% dei diversi tipi di frumento ormai è scomparso.
Sebbene le modifiche genetiche promettano di aumentare la resa dei raccolti, la monocoltura rende le piante sempre più vulnerabili alle malattie e impediscono loro di adattarsi ai cambiamenti ambientali, esponendo tutto il mondo al rischio di carestie. È un prezzo troppo alto da pagare, quello che le multinazionali ci impongono.
Per continuare a garantirci la sopravvivenza su questo pianeta, dal 2010 alcuni progetti di ricerca europea hanno cominciato a studiare l’efficacia dell’uso di popolazioni nei sistemi agrari biologici come strategia per rispondere al problema del cambiamento climatico.
Nel 2013 I’Ciocio e un gruppo di imprenditori del nostro territorio accomunati dalla sensibilità per le colture bio, si riuniscono per ricostruire la filiera dei cereali in Val di Cornia.
È così che nasce la SSA Progetto Sterpaia.
Non è solo la ricerca dei metodi di coltivazione e degli agricoltori più responsabili, non è solo l’esclusione totale di fertilizzanti chimici, né solamente la riduzione dello sfruttamento intensivo dei terreni. È la dedizione sincera nella bontà del fare, la stessa con cui è nata è cresciuta la nostra azienda.
In essa ha trovato origine l’impegno che ci consente di ottenere prodotti incontaminati, che ci spinge a preservare la qualità naturale delle materie prime, in ogni fase di lavorazione.
È un ideale, che si conferma autentico perché trova concretezza nella condivisione, un modo di essere che non si accontenta dei risultati del produrre, ma che si interroga sui suoi effetti ed esige ragioni, per ogni minima scelta. Solo così si possono accettare i più severi protocolli di coltivazione biologica, e riconoscerli come fonte di valore per la qualità dei prodotti e della vita.
Questo è il nostro presente e sicuramente il solo nostro futuro.
Il mio ringraziamento va alle aziende con cui collaboriamo che sposano il nostro pensiero e ci permettono di poter realizzare il nostro SOGNO.
L’alleanza fra chi produce e chi consuma è fondamentale per garantire a tutti un futuro migliore. Tutelare la biodiversità non significa rinchiuderla nella teca di un museo: per noi, al contrario, questo è solo il primo passo per cambiare il passo a un’economia che livella, standardizza, spesso usa corruzione e violenza contro l’uomo e contro l’ambiente in cui vive.
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